Re di Sicilia. Figlio di Luigi VIII re di Francia e di
Bianca di Castiglia, nel 1246 sposò Beatrice di Provenza, figlia ed erede
di Berengario V. Diventato conte di Provenza e di Forcalquier, limitò
dappertutto le autonomie comunali. Nel 1248 partecipò alla settima
crociata e al ritorno Urbano IV gli offrì di strappare la corona di
Sicilia a Corrado IV di Svezia, figlio di Federico II. L'offerta fu rifiutata,
anche perché sperava nei prossimi guadagni della guerra di Fiandra
(1247-56), condotta insieme al fratello Luigi IX di Francia contro Guglielmo
d'Olanda. Infatti, la guerra gli fruttò l'Hainaut. Subito dopo, nel 1258,
ebbe per trattato la contea di Ventimiglia, che gli permetteva di vigilare sulle
coste dell'Italia occidentale. Nello stesso periodo, Cuneo gli si sottomise e,
poco dopo, fecero altrettanto San Dalmazzo, Ceva e Biandrate. Ma proprio allora
Marsiglia iniziò a ribellarsi e i recenti possedimenti in Piemonte
vacillarono.
C. domò con la forza i ribelli provenzali, riuscendo
così a salvare la conquistata posizione in Piemonte. Accettò, poi,
l'offerta da parte di Urbano IV della corona del Regno di Sicilia. Divenuto
senatore di Roma, riuscì a ottenere ottime condizioni dal papa,
specialmente per l'intervento di Luigi IX di Francia, che considerò
l'impresa cui si accingeva il fratello come riguardante da vicino la dinastia
francese. Morto Urbano IV, il suo successore Clemente IV, oriundo della diocesi
di Nîmes, già suddito di
C., perfezionò ulteriormente
gli accordi.
C. venne incoronato solennemente a Roma il 6 gennaio 1266 e
in febbraio sconfisse Manfredi a Benevento; in seguito, ebbe facilmente ragione
di Corradino di Svevia a Tagliacozzo (1268). Partecipò, poi, alla
crociata di suo fratello contro Tunisi (1270) e conquistò Corfù,
Vallona e Durazzo, assumendo la corona di Albania (1272) e il titolo di re di
Gerusalemme (1277). L'organizzazione interna dello Stato, condotta con criteri
rigidi e non comune abilità, fece di
C. uno dei principi
più reputati e temuti d'Europa. Ma il Mezzogiorno d'Italia non era in
grado di sostenere le esigenze della sua politica espansionistica; proprio per i
tributi sempre più onerosi, oltre che per la tracotanza dei
Franco-provenzali residenti in Sicilia, nel 1282 scoppiò la rivoluzione
detta dei
Vespri siciliani, che da Palermo si diffuse rapidamente per
tutta la Sicilia, travolgendo la resistenza regia. La Sicilia si dette subito un
re proprio nella persona di Pietro d'Aragona, figlio di Giacomo I di Aragona e
genero di Manfredi; e questo fatto rese impossibile il ritorno nell'isola degli
Angioini. La guerra scoppiò violentissima e
C., reduce dalla
Francia e in viaggio per la Puglia a raccogliere uomini e denaro per la
prosecuzione della guerra, morì improvvisamente (1226 - Foggia
1285).